Sagramore, un imperatore alla corte di Artù

Non in molti conoscono il personaggio di Sagramore (o Sagremor).

Si tratta di uno dei cavalieri più fedeli a re Artù, presente in un’importante quantità di racconti (anche fra più antichi) e con caratteristiche che differiscono da una storia all’altra.

Ciò che caratterizza di più il personaggio è però la sua “testa calda”, che lo porta a combattere con ferocia in uno stato di quasi frenesia. Motivo per il quale guadagnò il nome di l’Indisciplinato (Unruly), o Il morto giovane come presagio dovuto alla sua foga in battaglia.

 

Un guerriero dai nobili natali

Sagramore rappresenta uno dei personaggi dalle origini più esotiche dei racconti arturiani. Egli proviene dall’Ungheria, ma soprattutto è l’erede al trono di Costantinopoli. Nella Vulgata è infatti figlio del re d’Ungheria, ma anche nipote di Adriano, imperatore d’Oriente. Venuto a conoscenza del nuovo regno fondato da re Artù, il giovane decide di viaggiare fino alla Bretagna per farsi nominare cavaliere. Durante il suo viaggio incontrerà però i sassoni, con i quali si confronterà con estremo valore. Sarà poi assoldato da Galvano con i nuovi giovani cavalieri che formeranno la tavola rotonda.

 

Lo strano potere di Sagramore

Se è la frenesia a guidare il giovanissimo cavaliere in battaglia (nella Vulgata si dice abbia appena 15 anni), c’è un effetto collaterale che caratterizza il personaggio. Dopo aver dato il tutto per tutto nelle feroci battaglie che combatte con impeto, Sagramore finisce sempre a terra, preso da una fame insaziabile. Lo svenimento che segue la furia deve essere tamponato con cibo a volontà, perché quello che segue la battaglia è un vero e proprio attacco epilettico.

 

Un romanzo tutto per Il morto giovane

Lo Stemma di Sagramore

Nel XVI secolo Sagremore diverrà anche il personaggio principale di un romanzo in lingua portoghese. Si tratta del Memorial das Proezas da Segundo Tavola Redonda – Storia dei successi della seconda tavola rotonda– (chiamato anche Triunfus de Sagramor). L’opera è di Jorge Ferreira De Vasconcelos, e racconta degli avvenimenti successivi alla morte d’Artù, dando a Sagramore un ruolo predominante. Tuttavia parliamo di un’opera piuttosto tarda e che non ebbe grande successo. Inoltre la storia ignora il fatto che, nella Vulgata, Sagramore muore per mano di Modred.

 

Poco conosciuto ma estremamente interessante, il personaggio del giovanissimo ed irriverente Sagramore sarebbe da approfondire meglio. Parliamo di un cavaliere dalle origini antiche (è presente anche nei romanzi di Chrétien De Troyes, sebbene con un ruolo minore) ed è sempre nominato fra i fedelissimi della tavola rotonda. Un guerriero da riscoprire per avere un quadro completo dei personaggi dei racconti su re Artù.