Per orientarsi all’interno dell’immenso corpus di testi arturiani, una piccola e veloce guida per non perdersi nelle sabbie del tempo…
De Excidio Britanniae- 548 d.c.
Ad opera di Gildas, è probabilmente il testo scritto in epoca più ravvicinata alla presunta epoca di Artù. L’excidio del titolo (che significa rovina), si riferisce alla devastazione portata dai sassoni. La ricostruzione storica di Gildas è infarcita di temi moralizzanti, secondo il quale i sassoni sarebbero arrivati sull’isola britannica per colpa dei peccati della popolazione. Gildas non cita mai direttamente Artù, ma del resto non cita quasi nessun personaggio
Y Gododdin- VII secolo
Un insieme di opere gallesi che citano brevemente Artù
Historia Brittonum- IX secolo
Il monaco gallese Nennio scrive, nel suo Storia dei Britanni, uno dei più antichi riferimenti ad Artù oggi conosciuti. L’opera fu probabilmente una delle fonti di Goffredo di Monmouth. La grande discrepanza fra i dati storici e diversi errori presenti nell’opera, fanno pensare ad una precedente tradizione orale. Nennio parla delle 12 epiche battaglie nelle quali Artù sconfisse i sassoni, dichiarando che la battaglia finale a Mont Badon è del 500
Annales Cambriae- X secolo
Cronache gallesi del V- X secolo di cui non conosciamo l’autore. Citata la battaglia di Camlann dove Artù e Mordred si uccisero a vicenda. Gli Annales sono considerati dagli storici documenti attendibili, il che fa pensare all’Artù storico come un probabile capo militare.
Mabinogion- XI secolo
Gruppo di racconti gallesi dove sono custoditi i più antichi racconti dedicati a re Artù e alcune vite di santi gallesi. Inizia da qui una tradizione di avventure legate al leggendario re. Gli studiosi sono concordi nell’attribuire all’origine di queste storie una tradizione orale molto più antica.
Historia Regum Britanniae- 1135 ca
Ad opera di Goffredo di Monmouth, è la prima biografia ufficiale di Artù. Goffredo parla della formazione dell’isola britannica e dei suoi sovrani, dedicando ad Artù ben tre libri dell’intera opera. Da questo scritto la leggenda arturiana si diffonderà con incredibile slancio
Roman de Brut- 1155 ca.
Traduzione in lingua francese dell’Historia di Goffredo, ad opera di Robert Wace. Introduce alcune novità rilevanti che entreranno a far parte delle leggende arturiane con slancio. E’ a questa traduzione che si deve l’approdo in Francia della leggenda di Artù.
I Romanzi Cortesi- 1169-1181 ca.
Alla corte di Troyes il misterioso Chrétien de Troyes comporrà i più famosi romanzi arturiani di sempre. Fra questi le avventure della relazione fra Lancillotto e Ginevra, ma anche le avventure del prode Ivano, l’amore di Erec ed Enide, la sfida di Cligès e la formazione del primo eroe in grado di vedere il Grail, Parcival.
La Vulgata- 1215-1230 ca.
Il Ciclo della Vulgata, o Lancelot-Grail, è un enorme corpus di testi in prosa che racchiudono tutte le più famose avventure arturiane in un unico ed organico racconto. L’opera è generalmente divisa in cinque parti: La storia del Santo Grail, Vita di Merlino, Il Lancillotto, La quest del Santo Grail, La morte di Artù. L’autore (o gli autori) sono ignoti, ma l’opera viene attribuita, almeno nella genesi dell’idea, a Robert de Boron.
Post Vulgata- 1235-1240 ca.
Reinterpretazione abbreviata della Vulgata. Continua la tradizione di prosa francese ma aggiunge e taglia episodi rispetto all’originale. Autori anonimi.