Le 5 cose da sapere su Kay il siniscalco

Considerato da molti uno dei personaggi più negativi fra la schiera dei cavalieri di Artù, Kay (o Cei, Keu, Caio) non solo è uno dei personaggi più antichi della materia di Bretagna, ma è anche un valente combattente che ha subito un destino ingrato. Vediamo perché e chi è in realtà il cavaliere dalla lingua biforcuta.

 

1. Kay aveva origini molto nobili

In moltissime opere, compresa la Vulgata, egli è figlio di Hector. Quest’ultimo è il cavaliere a cui Merlino affidò un Artù ancora in fasce perché lo allevasse. La moglie di Hector aveva infatti  appena partorito proprio il nostro Kay. Questi fu dato alle cure di una nutrice, mentre Artù fu allattato dalla nobildonna. Per questo motivo Kay è uno dei personaggi più vicini ad Artù: di fatti è il suo fratellastro.

 

Lo stemma di Kay

2. Kay svolgeva un ruolo importantissimo alla corte del re

Proprio per la vicinanza con il re, egli ricopre un ruolo importantissimo alla corte di Artù: è il siniscalco della tavola rotonda. Questa figura si prendeva cura della mensa della famiglia reale. Infatti in molti romanzi scopriamo Key versare il vino o servire delle pietanze. Il ruolo di siniscalco non veniva ovviamente concesso a cuor leggero. Quello era segno di grande nobiltà.

 

 

3. Kay è conosciuto per la sua lingua lunga

Sarà soprattutto Chrétien De Troyes a disegnare un Kay spesso in smacco, che crea confusione e fa litigare i cavalieri della Tavola rotonda. Di fatti si tratta di un personaggio che con le parole riesce a ferire più che con la spada. Non è un codardo ma un portatore di zizzania, uno schernitore di professione. Spesso si scontra con modelli positivi incarnati da Galvano, Lancillotto o Tristano.

Lo vediamo anche fallire in combattimento, ma il suo brutto carattere non deve essere confuso con quello di un traditore. Nella Vulgata si dice che il brutto carattere di Kay deriverebbe dal fatto di essere stato allattato da una nutrice anziché dalla nobile che era sua madre.

 

4. La sua origine gallese era molto eroica

Kay è sicuramente uno dei cavalieri più vicini al re. Appare infatti anche in antichissime versioni gallesi del mito. Ma in queste, il cavaliere è un grandissimo eroe. Ha origini mitologiche ed è connesso all’acqua; può infatti cavalcare salmoni e respirare sott’acqua per nove giorni. Sembra inoltre fosse in grado di trasformarsi in un gigante. Insomma, era una figura ben diversa da quella che è giunta a noi! Per scoprirne di più vi consigliamo la lettura di Culhwch e Olwen o Il sogno di Rhonabwy (entrambi racconti contenuti nel Mabinogion).

 

5. Kay era un eroe incompreso

Fortunatamente per lui, Kay vivrà anche giorni migliori. Alcuni tardi imitatori francesi porteranno di nuovo lustro alla sua figura, tornando a quelle origini che Chrétien aveva abbattuto per necessità di sceneggiatura. Non sarà di certo un guerriero mitologico, ma Kay tornerà ad esser un buon cavaliere, ormai lontano dagli sfottò e dal carattere velenoso di prima.